ESPLODONO LE VIOLENZE IN KENYA

A
poco più di un mese dalle elezioni presidenziali, il Kenya
sembra essere sull’orlo di una guerra civile. Non si placano
infatti le ondate di violenza che hanno seguito le contestazioni dei
risultati della consultazione elettorale del 27 dicembre.

Le
elezioni hanno premiato come vincitore il presidente uscente Mwai
Kibaki con oltre 230mila voti di margine. Tale risultato è
giunto con molto ritardo ed è stato accolto nel peggiore dei
modi dal leader dell’opposizione Raila Odinga, ex prigioniero
politico, il quale aveva già dichiarato che un risultato in
favore di Kibaki sarebbe stato inaccettabile e solo frodi molto
estese avrebbero potuto consentirlo. Ma anche i lunghi e discussi
riconteggi hanno confermato la vittoria, seppur di misura, per
Kibaki: 4.584.721 voti contro 4.352.993. Continue reading

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PER LE VIE DELLA PALESTINA

“Nokia-connecting
people” è una delle prime cose che ho visto guardando fuori
da una finestra dall’aeroporto di Ben Gurion appena arrivata in
Israele, scritta su un prato, ma nel giro di qualche giorno mi sono
resa conto di quanto è aberrante la situazione, visto che da
una scheda israeliana non posso inviare un sms ad una palestinese.

E non è così
strano, perché a parte i check point
non c’è molta opportunità di conoscersi: scuole,
autobus, strade, luoghi sacri e tutto il resto è militarmente
diviso, così si condivide un territorio di poco più
grande della Sicilia ma non ci si conosce, si parla gli uni degli
altri per sentito dire, al massimo per luoghi comuni o per le azioni
di forza che ci sono, da un lato e dall’altro. Continue reading

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LA REPUBBLICA DI MACEDONIA E’…

È
uno stato indipendente dal 1991 della penisola balcanica nell’Europa
sud-orientale. L’attuale territorio macedone formava in precedenza
la parte meridionale estrema della Jugoslavia.

È
una terra piena di contraddizioni, al nord, nella capitale (Skopje)
sembra di stare in un paese occidentale, con la frenesia e gli
impegni quotidiani, dove internet, giornali e tv sono all’ordine
del giorno e dove basta aspettare la sera per avere tra le mani il
quotidiano del tuo paese di origine; nella parte sud del paese
invece, si trovano i paesini sperduti dove per arrivarci serve una
gip ( e solo nei giorni in cui non c’è la neve), dove la
gente parla in dialetto macedone e ti offre i prodotti tipici della
zona. Continue reading

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LA SOCIETA’ CIVILE LIBANESE CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Act
against climate change
”,
era uno dei tanti messaggi riportati dagli striscioni che giorno 8
Dicembre 2007 centinaia di giovani libanesi hanno esposto durante la
marcia lungo la
corniche
di Beirut, in occasione della ripresa dei negoziati post-Kyoto, per
far sentire la propria voce contro il disimpegno del Mondo Arabo e
del mondo intero rispetto alla drammatica e sempre più urgente
problematica del riscaldamento del pianeta. Un giorno di musica, di
scambio di idee, di protesta pacifica che ha coinvolto
anche i piccoli Palestinesi provenienti dal campo profughi di
Chatila. Continue reading

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MACERIE E SPERANZE NEL CAMPO DI NAHR EL BARED

Da
dove ricominciare? Questa è la domanda che mi assilla, mentre
cerco di camminare tra le macerie del campo profughi palestinese di
Nahr el Bared… forse il mio volto esprime le mie perplessità,
chissà forse questo è il motivo per il quale un anziano
signore si avvicina e mi chiede se ho bisogno di aiuto;
aiuto
io
?
lui ha perso tutto, era un fotografo, aveva uno studio al di là
delle macerie, dove l’esercito libanese nasconde ulteriori
disastrose macerie…ha perso le attrezzature, la propria abitazione,
ma non la voglia di ricominciare a vivere…certo,
se
qualcuno ci aiutasse veramente
….!

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INTERVISTE AI MIGRANTI: STORIE DI VITA A CONFRONTO

Un
mese passato tra i mercati storici di Ballaro, il Capo e il centro di
Santa Chiara.
L’obbiettivo: somministrare 270 interviste a 4
differenti comunità (Marocco, Ghana, Filippine e Bangladesh),
commissionato dall’Abi (associazione delle banche italiane) al
CeSpi(centro studi politica internazionale) e di conseguenza affidata
al Ciss sul territorio palermitano. I questionari vogliono indagare
sul rapporto tra i migranti e i servizi bancari e postali, per
migliorarne l’accesso e creare servizi ad hoc.
Fin qui il nostro
lavoro, 5 giovani universitari.
E’ stato abbastanza spontaneo
calarsi a pieno nella realtà dei migranti a Palermo,
attraverso i racconti reciproci di esperienze, viaggi e problematiche
di vita quotidiana.
Non è facile lavorare con i migranti,a
volte perchè sei bianca, a volte perchè sei femmina.
Ma
poi dopo qualche giorno passato a studiarci in modo reciproco succede
qualcosa. Forse perchè hai conosciuto le persone giuste, forse
perchè anche noi abbiamo i ritmi lenti di chi è del
sud, forse perchè non abbiamo mai detto di no ad un bicchiere
di birra o ad una festa, compresa quella della fine del Ramadam.

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IL PETROLODIO

Da
tempo i media riferiscono che l’Iran potrebbe essere il prossimo
obiettivo di un’aggressione statunitense. Il pretesto avanzato è
il presunto programma di fabbricazione di armi nucleari, ma in realtà
l’intenzione di Teheran di utilizzare l’euro come moneta di scambio
dell’oro nero preoccupa gli Usa molto più di qualunque arma di
distruzione di massa.

"L’odore
dei soldi fa deviare anche il corso dei fiumi" (Antico
proverbio arabo)

Mai
tanto azzeccato, un proverbio che ben rende l’attuale (e, purtroppo,
da tempo continua) situazione del Medio Oriente.

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I BAMBINI DI STRADA IN BRASILE

Si
sente parlare di bambini di strada in tutto il mondo, ma esistono
differenti caratteristiche tra i paesi. Nei paesi industrializzati,
bambini e adolescenti sono a volte così chiamati quando
fuggono da casa, nella maggior parte dei casi spinti da conflitti
familiari; in questi paesi il fenomeno non assume, dunque, una
dimensione sociale.

Nei
paesi in via di sviluppo, invece, esistono una molteplicità di
fattori “di espulsione” tra loro intercorrelati, tra cui
l’assenza di risorse economiche e di opportunità nei
contesti d’appartenenza, così come la presenza della
violenza nel proprio quotidiano.

Il
termine “menino/a de rua” si riferisce a bambini e adolescenti
che si trovano in una situazione di vulnerabilità sociale e/o
personale e in tali condizioni sono esposti a diversi rischi quali:
violenza fisica e sessuale, uso di droga, sfruttamento lavorativo,
malnutrizione. Questi bambini possono ancora possedere dei legami con
le proprie famiglie ma, data la fragilità delle stesse,
trascorrono la maggior parte del loro tempo per strada. È
dunque possibile distinguere tra i
meninos
de rua

che vivono costantemente in strada rompendo i legami familiari o con
altri adulti facenti le veci dei genitori, e i
meninos
na rua

che trascorrono tutto il giorno lontani da casa per poter aiutare
economicamente le proprie famiglie, senza che si sia verificata una
completa rottura dei vincoli familiari.

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BIRMANIA UNA CRISI INFINITA

Come
sempre l’informazione italiana (perlomeno quella televisiva) è
abile a riportare notizie dal Sud del mondo solo nel momento in cui
l’argomento trattato è oggetto di scandalo internazionale.
Passa qualche giorno e la preoccupazione generale dei mass media
diminuisce, fino a scomparire del tutto. Sembra che tutto sia
tornato come prima, che il problema sia stato risolto, ma purtroppo
non è così. E’ il caso della Birmania, guardata con
grande apprensione durante la rivolta pacifica iniziata nel settembre
2007 e poi dimenticata per far spazio a notizie più fresche e
meno inquietanti. Facciamo un breve riassunto di come il popolo
birmano è stato sottomesso negli ultimi 50 anni. Continue reading

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ihih

Ci siamo…primo articolo del blog di Aljanub…più che un articolo una prova…ihih

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